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California padana
By matteo | November 4, 2007
Premessa
Basta comprare un Moleskine e ci si può sentire subito uno scrittore. Come dice il foglietto d’accompagnamento l’oggettino fu il “leggendario taccuino” di artisti ed intellettuali europei negli ultimi due secoli, mica cotica. E, bam bam, i nomi pesanti: Hemingway, Picasso, Van Gogh, Chatwin. Tutti che buttavano giù sui loro quadernetti i germi delle opere in fieri. Posso testimoniare che può essere vero: ne ho comprato uno venerdì sera (a quadretti), l’ho messo nello zaino sabato mattina partendo per quella che poteva essere una semplice gita in bicicletta, e alla sera avevo già il raccontone pronto di un grande evento. Con tanto di foto. Non fatte col Moleskine, però. Il progetto qua è ambizioso: una raccolta di viaggi, in bici, raccontata col solito piglio cialtrone, con tanto di categoria ad hoc. Tutti abbozzati sul Moleskine e rimpolpati al momento della stesura (rigorosamente senza rilettura) per la gioia di grandi e piccini. Questo qua sul quadernetto è meno di mezza paginetta: guarda te che miracoli fa un buon logo.
California Padana
Partimmo, Gion Din ed io, e facemmo tutta una tirata da Peschiera sul Garda a Mantova, e ritorno. Non proprio “tutta” dato che abbiamo sbagliato due volte strada, pare che da quelle parti la segnaletica costi un botto. Prima di partire due parole su Gion Din: è un compagno ideale di gita! E’ meno in forma di me (gli do anche il vantaggio di avere un mezzo molto più stradale del mio), sa sempre tutto sul tragitto, le destinazioni, la flora e la fauna, vien via con le cartine giuste, il tracciato segnato perfettamente sulle stampette e colori, è bravo a far la spesa (lui compra il pane ed i salumi, io sto a vegliare sui mezzi), non ci sono problemi a dividersi i costi, parla quanto basta, tace quando serve.
Veniamo alla gita.
Del tragitto le parti più guidate sono all’inizio e alla fine (e viceversa per il ritorno), il grosso del percorso è diritto e piatto, piatto e diritto. Per uno che c’ha fantasia è un pochetto la versione californiana delle ciclabili: tratti lunghi, con un fiume od una canale da una parte e campi, campi, campi dall’altra. All’orizzonte potrebbero esserci dei colli o nuvole tanto basse, fa lo stesso. Dopo qualche chilometro che corri con un paesaggio del genere si perde la cognizione del tempo storico: a guardare i casolari, le stradine, le siepi potrebbero essere benissimo gli anni ’70 o ’60. Se fosse tutto in bianco e nero, non solo le vacche, anche gli anni ’50, per dire. Vien da pensare che se la fa uno di Milano centro, ‘sta ciclabile qua, dopo i primi 20 chilometri gli potrebbe prendere una sensazione di disorientamento da assenza di attualità. E’ la Pianura Padana, baby, con le sue peculiarità. Tipo l’accompagnamento costante di un sottofondo di odore di maiale. Per chi è nato in campagna è un ricordo che mette in contatto con le narici dei padri, dei padri dei padri, dei padri dei padri dei padri… Una compagnia che dà sicurezza.
La fauna in libertà (perchè vacche e maiali non lo sono più di tanto) è ricca: grazie alle indicazioni di Gion Din abbiamo registrato la peculiarità di 2 cornacchie ed un martin pescatore (i pesci e gli uccelli più comuni non si contano). Fastidiosi gli sciami di moscerini, ingeriti in tutte le salse, credo di averne assorbito uno dalle palpebre.
Lungo la parte che scorre di lato (scorre è fortino, dato che il Canal Bianco c’ha dei tratti con l’acqua così ferma che sembra ghiacciata) ci sono spesso delle macchie lievemente più colorate degli argini: sono i pescatori. Di alcuni diresti che potrebbero esser morti da giorni: li punti da lontano, li fissi per tutto il tragitto, ci passi di fianco e sono immobili con statue di cera.
Arrivando a Mantova una piacevole scoperta: la cittadina c’ha (almeno) due laghi. Mai sentito prima, eh. Probabilmente è una di quelle cose come la Basilicata: non si sente mai nulla nei media e pensi che praticamente non esiste. Essendo la seconda volta che ci capitavo è stata quasi una scoperta, così c’ho speso quasi una decina di chilometri di gita tra parchi, viuzze con ciottoli che ti smenano vigorosamente il culo (e dopo 50 chilometri dà un pochetto fastidio), bei palazzi (come Palazzo Te immortalato con il velocipede in primo piano) e parecchie belle ragazzotte per le strade.
In riva al lago numero 1 s’è fatta la pausa pranzo, 4 frugali panini io e 3 Gion, con pane locale ed affettato locale (ottimi entrambi), caffè e pastina in un bar del centro, giretto come sopra e poi si gira la bici e via per il ritorno prima che faccia scuro. Bella gita, bel tempo, bel percorso, avendo superato di pochissimo i 100 chilometri è stata annoverata tra gli eventi (oltre i 300 è impresa). Il tutto in 5 ore, con una onorevole media di 19.9 Km/h.
Alcune info sul percorso qui e qui.
Topics: Invenzioni del Cavolo | 12 Comments »
November 5th, 2007 at 2:38 pm
Onorevole, direi (la media, visto che conta anche le soste per i rifornimenti e le foto).
E anche la prima prova di scrittura su ruote mi sembra più che onorevole (vien voglia di prender la bicicletta e seguirla lungo gli argini, le dirò)
November 5th, 2007 at 2:43 pm
solo 100 km andata e ritorno, bello!
e dalò punto di vista tennico? che ci dici? il mezzo: mountain bike o bici da corsa? la preparazione: sesso sì o no (zitto, non dirlo: non mi sono smentito nemmeno stavolta)? l’alimentazione: grapppetta a inizio, metà o fine percorso o nisba?
November 5th, 2007 at 5:00 pm
Puttanazza, 100 chilometri, mica paglia.
November 5th, 2007 at 11:11 pm
Dice un nostro famoso corregionale lucano: “la Basilicata esiste; è un pò come il concetto di DIO, ci credi o non ci credi” ..ma la Basilicata esiste, aggiungo io, ed è tutta da scoprire.
November 6th, 2007 at 12:52 pm
@Riccio: lei è sempre la benvenuta!
@Caporale: la si potrebbe fare tutta con la bici da corsa, ci sono circa 300 metri di strada brutta, in tutto, che si posson fare smontati. Grappetta alla fine, senza dubbio.
@Squonk: e ne ho in serbo altre di fortissime…
November 7th, 2007 at 6:33 pm
Bel racconto (continuo a dirlo: lei sarebbe un ottimo scrittore, ci pensi), con ottime citazioni opportunamente modificate.
Ora mi aspetto un altro racconto dal titolo: “Tra la via Campiglia ed Este” …
Ok anche il recupero Elio sulla risposta di cui sopra …
November 7th, 2007 at 6:33 pm
Bel racconto (continuo a dirlo: lei sarebbe un ottimo scrittore, ci pensi), con ottime citazioni opportunamente modificate.
Ora mi aspetto un altro racconto dal titolo: “Tra la via Campiglia ed Este” …
Ok anche il recupero Elio sulla risposta di cui sopra …
November 7th, 2007 at 6:58 pm
E vabbè, prima scrive il raccontino impegnato e poi mi mette cappuccetto rosso maiala alla finestra…. ma via colonnello!
November 8th, 2007 at 2:53 pm
@Igene: grazie, non mancherò.
@Laflauta: e quale sarebbe il raccontino impegnato, scusi? Comunque è Biancaneve.
November 9th, 2007 at 8:59 am
spiritum: non ciurlare nel manico, questo è un raccontino impegnato, roba da far concorrenza a Magris. adesso bisogna vedere se questo profilo intellettuale ha aumentato o diminuito le tue quotazioni presso madame la flauta …
November 10th, 2007 at 2:25 pm
Alito Notturno.
Le calse
melecàvo
de note.
November 11th, 2007 at 12:02 pm
@amico poeta: sai che mi sfugge qualcosa?