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Una leggera, una pesante
By matteo | March 29, 2004
Mi son frullate per la testa un paio di considerazioni, ultimamente. Una più
leggerina e l’altra più pesante.
Pesante: i punti di sospensione. Certo è
ancora niente rispetto al mega dibattito su imho e circondario degli ultimi
tempi ma non è elemento di secondo piano. Prendo ad esempio (negativo,
un filino) il buon vecchio e caro Direttore
(un po’ perché spesso compare il misfatto – tipo in "Interinal sud
side story" quando rimanda al seguito – da quelle parti e un po’ perché
– se si vuole – ad un grande certe cose le si può dire). I punti di sospensione
non sono nè ad libitum nè in base all’umore, sono – mi verrebbe
da dire canonicamente – tre (3). Di più fa ridere, meno o è
punto e basta o una cazzata. E non lo dico io che son frescone ma l’UE
in persona:
10.1.8. Punti di sospensione
Segno
dinterpunzione costituito da tre punti e che assume significato dal contesto,
i punti di sospensione possono indicare una reticenza, preparare il lettore
a una metafora ardita o far rilevare unallusione:
Ti chiami Leone… ma sei un coniglio.
Leggera: l’essere alternativi. Ho come
il sentore che sia sempre più difficile, oggigiorno, essere "alternativi".
Non che ci sia assoluto bisogno di esserlo, il pecoronismo ha da sempre infiniti
adepti, ma se uno ci tiene, come dire, non è una passeggiata. Non intendo
nemmeno l’essere alternativi rispetto ad una moda, tipo tenere i capelli
alla rasta via e vestire con capini fintamente trasandati di improbabile provenienza
sudamericana: troppo facile. Per far un metafora ardita o far rilevare un’allusione
è come parlare di misticismo e/o ascesi in una compagnia di suore che
fan meranda in un prato (perché, da come la vedo io, parlar di cazzo
– come potrebbero aver pensato alcuni di voi – non sarebbe assolutamente alternativo
ma scorrere sulla discensiva via dello scontato). Come si può essere
alternativi, ad esempio, nella blogsfera, dove tutto è già detto
e scritto ed in tutti i modi? Con lo stile? Naaaa, ci son già tutti,
gli stili. Con il tono? Men che meno: dall’ironico al faceto, dal presuntuoso
al falsamente umile o all’umile vero, passando per il serio ed il serioso, lo
snob e il terzista ci son tutti, persino alcuni di nuovi. Restarne fuori, potrebbe
essere veramente "alternativo", ma ci son già diversi milioni
di italiani che lo fanno, mi parebbe invece una tendenza di massa. Ho idea che
una azione veramente tanto alternativa sarebbe quella di parlare di cose buone,
della bontà, in un blog. Ed ho perso un’altra occasione per essere alternativo,
con ‘sto post.
Topics: Un tempo era tutta campagna | 15 Comments »
March 29th, 2004 at 1:32 pm
Ci riprovi, via. Avanti con il prossimo post sulla bontà, una roba tipo “Storie di vita”; non fai audience, ma ti guadagni il paradiso, che buttalo via.
March 29th, 2004 at 2:41 pm
Secondo me l’unico modo, ormai, per essere alternativi, è smettere di porsi il problema. Uscire dalla dialettica. Uscire dal postmoderno. Siamo saturi, tutto ciò che facciamo si trascina una riflessione di secondo grado. Ecco, uscire dal postmoderno? La domanda è impossibile: chi è fuori, non può tornare indietro e rispondere, riassumendo categorie che ha bruciato… (qui i tre punti finali ci stanno bene, no? Ah, sono ancora consapevolmente postmoderno!)
March 29th, 2004 at 2:57 pm
Per essere alternativi, occorrerebbe essere relativi. In altre parole, alternativi lo si può essere solo specificatamente rispetto a qualcosa/qualcuno. E c’è quindi differenza tra “alternativi” ed “innovatori”, credo. Comunque, a volta, basta “essere”, senza porsi il problema di autodefinirsi in qualche modo, non trovi?
March 29th, 2004 at 3:34 pm
Essere semplicemente se stessi (o sé stessi, sennò Leonardo si secca ;-), no?
March 29th, 2004 at 3:48 pm
E SE essere SE’ stessi o no, non dipende certo da Leonardo. 😉
March 29th, 2004 at 4:33 pm
ma sé, accanto a “stesso”, l’accento non lo perdeva? (Non esistono più certezze, nella vita…) (sono 3, vero?)
March 29th, 2004 at 4:43 pm
Eccoli là, tutti a seguire l’argomento più leggero, come al solito.
March 29th, 2004 at 4:55 pm
Ecco, lo sapevo… nessuno mi aveva informata, leggo troppo poco. Colonnello, non faccia così; con la quantità di puntini che uso, contarli ogni volta è uno stress, lo sa? Perciò preferisco ignorare il problema, anche se di importanza fondamentale. E’ un po’ come quello dello spazio prima/dopo la virgola, ricorda? Credo l’avesse già scritto in un post (Eh sì, i post sono come i cicli… a volte ritornano)
March 29th, 2004 at 6:21 pm
Spiritum, ti ricordi quell’articolo sul CdS che parlava dei tre (o più) punti esclamativi dei Blogs? Ecco… 😉
March 29th, 2004 at 6:25 pm
x riccionascosto: si vede che a volte sono invece le regole a perdere (la pazienza). 😉
March 30th, 2004 at 9:11 am
Personamente, ho smesso di essere alternativo nel 1982, quando presi la patente B. Da allora vivo discretamente bene e metto sempre 3 puntini.
March 30th, 2004 at 10:44 am
Il 1982 sembra aver segnato un punto fermo nella vita di molti, dr. Lo Trovassi… anche nella mia (ma la patente B la presi molto più tardi).
March 30th, 2004 at 12:04 pm
Ci renda partecipi, dott.ssa Riccio, non si chiuda.
March 30th, 2004 at 1:07 pm
Mettiamo su un forum sull’anno 1982, cosa ne dite? In fin dei conti non è un’idea malvagia. Se qualcuno vuol far l’amministratore si faccia avanti. Dico sul serio: il software l’ho già pronto.
March 31st, 2004 at 11:53 am
Secondo me per essere alternativi (cosa che comunque nessun dottore ci ha ordinato) non bisogna fare nessuna fatica: sono già talmente tante le posizioni e i punti di vista, al mondo, che qualunque cosa tu faccia sei alternativo rispetto a una modalità che da qualche parte è “dominante”. Trovo tutto ciò molto rilassante.