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De blog
By matteo | December 9, 2002
Tanti (?) gli interrogativi che
circondano l’alone di mistero che circonda il il fenomeno che circonda
i blog. Qui un’altra chiave di lettura. Intendo qui un po’ più sotto,
non certo partorita dalla mia mente che, cito, sta generando mostri,
quindi è…
Il Blog è mio, e lo gestisco io
Un tal Ettorre, lettore del mio blog
personale, si è prodigato qua e là in esegesi di qualsiasi mio
intervento,dando il meglio di sé prendendo parte alla discussione
riguardante i forum e l’anonimato su internet. Ettorre ha l’impressione che “chi vi scrive, faccia troppa pubblicità a se stesso, a cose di suo interesse personale”. Poi si chiede: “l’utente-
forse sono io qui che non ho ancora capito l’uso e l’utilizzo –
dovrebbeavere modo di bloggare qualcosa di suo o erro?”. Qui, per la prima volta, faccio mie le ragioni di Luca Sofri e Claudio Sabelli Fioretti: Ettorre erra. Come ebbe modo di dire tempo fa Sabelli, rispondendo ai propri lettori che si lamentavano per le (sacrosante) cesoiate ai pezzi che inviavano: “Io qui sono signore e padrone”. Un blog non è un forum.E
si vede. In un forum chiunque ha la possibilità di intervenire, spesso
senza alcun controllo o censura, con la certezza che il risultato sarà
un casino (ma c’è a chi piace) e la massima aspirazione che diventi un
bordello di lusso. Un blog, nella maggior parte dei casi (fa eccezione, ad esempio, Verbamanent: uno dei primi in Italia), ha invece l’assoluta necessità di uno o più autori di riferimento. La stragrande maggioranza dei blog
consentono ai vari Ettorre di poter commentare gli interventi degli
autori, riuscendo nell’intento di garantire, comunque, l’interazione
con i lettori. Il weblog (e scusate se ne parlo tanto spesso, ma questa
è l’internet di oggi) nasce evidentemente dalla necessità (di
discussione, di espressione o, magari, anche di farsi i cazzi propri)
del creatore. E dal momento che nulla l’accomuna al servizio militare,
non è d’obbligo marcare visita.
Da thegnueconomy
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