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Perchè i blogger…
By matteo | May 23, 2004
"Ne vale la pena?" mi fa. "Ne vale sempre la pena". Sono convinto che sia così. Non solo perché ci deve essere per forza un bel motivo, un buon motivo perché qualcuno parta dalla Sicilia, o dalla Sardegna o da Napoli o dalla Puglia per stare qualche ora assieme a degli sconosciuti o poco conosciuti. Perché, dopo un po’ che leggi un tizio/a ti vien voglia di vedere che faccia ha, come si muove l’involucro di carne ed ossa che sottende all’abituale template e post vari. Così si parte e si va. Dopo un giorno dagli ultimi addii butto giù, con il rigore che contraddistingue il sentiero, alcune scalcinate robettine. Un po’ per appuntamerle, un po’ anche per.
La manifestazione. Prima un sincero bravi e grazie agli organizzatori. Poi un pensierino asintonico: troppe cose in troppo poco tempo. Mi è dispiaciuto non esser riuscito a seguire completamente il BlogRodeo ma la smania di incontrare, di conoscere, di ascoltare (parlare poco, che è meglio) era grande. Così son rimasto fuori la maggior parte del tempo e mi son perso il clou della gara, però son stato con un bel po’ di amici. Forse mettere insieme gioco letterario e incontro è stato un po’ tanto, non saprei, riporto solo la personalissima sensazione. Lo stesso vale per l’esibizione del bravo Zu: solo alcuni brani finali, penso sia stato un peccato ma vale quanto sopra. E non è per il fatto che in sala fosse troppo caldo o per altro: mi rimane l’idea di troppa carne al fuoco. Così tanta che solo alle 01.45 posso salutare, per fare un esempio, quella sagoma di Livefast e poter solo dargli la mano e scambiarci due cose, e mi dispiace.
Gli incontri. Non mi pare il caso di entrare nei particolari, sarebbe indelicato verso coloro che non ricordo perfettamente. La sensazione maggiore che mi rimane è quella della passione. Forse è il nocciolo che fa girare questa parte di blgosfera. Ho incontrato tanta passione: da quella bizzarra di chi fotografa scarpe a quella di chi si infiamma parlando di poesia e di matematica, da chi è fine affabulatore a chi, da vera natural born star ha sorrisi e frizzicorii per tutti ed ognuno. Insomma: non gente banale, fiacca, fredda ma persone calde, accoglienti, con una forza dentro che si sente a pelle.
Particolari. Dato che non so come regolarmi e nessuno m’ha firmato la liberatoria sulla privacy riporto alcuni flash che posson sembrare ermetici ma va bene così.
– Alto e secco, un mix tra un lord inglese e un folletto affetto da gigantismo, compare. La cosa più impressionante è come parla: esattamente come scrive. Ancor più impressione è come lo fa: con la naturalezza di chi è così, non recita, non mima, semplicemente è.
– Il piccolo scarrafone: impossibile da immaginare prima, ora è il tocco in più nella rilettura dei suoi post. Non so dire altro se non la soddisfazione di potergli dar la mano e sembrare sciocco ed impacciato nel prodigarmi in complimenti, citare brani suoi, badabìn e ribadabìn, mentre mi guarda e mi fa: "Sai, lavoro in un call center. Poca cosa, sai".
– "E’ la poesia che salverà il mondo" si dice. "La matematica no, è fredda" propongo. "No, sbagli. Io son informatico e ti confesso che la matematica la sento: è precisa, è forte, è… chiara". Mi guarda con gli occhietti vispi, da sotto gli occhialini, lisciandosi il pizzetto, e sorride. Lo voglio salutare come mi ha salutato lui alle 02.00 a.m.: "Vai a cagare, A’., vai a cagare, va".
– La faccia da rivoluzionario, la maglietta da rivoluzionario digitale, il parlare da rivoluzionario, qualche pugno alzato: cosa vuoi di più? A pennello con il filone dei blog maledetti, il quartetto più scalcinato che potessero mettere insieme e lui ne è persino il conducador: un’ottima sceneggiatura.
The day after. Quando qualcuno ti ospita a casa sua, ti fa il caffè appena alzato, ti accompagna per la città, tu che sei bambinone impacciato e goffo, e ti guida non è più solo conoscenza, da come la vedo io. Mi stupisce sempre come qualche mail, qualche post, qualche frase possa generare un fenomeno del genere ma mi piace e mi rasserena. Quando qualcuno ti invita a pranzo, ti vien a prendere all’uscita della metro (il perché dovresti averlo già capito) e ti accoglie alla sua tavola tra i suoi conterranei, tra la sua famiglia anche qui non è più solo conoscenza e lo stupore è il medesimo.
Quattro vaccate. Per rimanere in tono col vero stile di ‘sto posto, alcune bojate, assolutamente personali, legate all’evento. Sostanzialmente dei record. Prima volta che perdo il treno in vita mia (venerdì pomeriggio, ed aveva pure 10 minuti di ritardo). Record di astensione dal bagno: 14 ore (dalle 12.00 di venerdì alle 02.00 di sabato). Record di camminata sotto pioggia battente, senza ombrello: 21 minuti (dalla stazione di Vicenza al parcheggio dell’auto).
Topics: Blogsfera | 6 Comments »
May 23rd, 2004 at 10:09 pm
Ne vale la pena, sì. Non è troppa la carne, è il tempo che va ampliato. Da organizzare: incontri-raduni più lunghi, con ludi, musiche, cibarie e libagioni. Perché ne vale la pena, sì.
May 24th, 2004 at 9:29 am
Peccato non aver potuto venire
May 24th, 2004 at 9:50 am
La revolucion non è un pranzo di gala e io non ne conosco il galateo. Bevo male e mi dimentico di salutare. Ma son contento d’averla conosciuta, proprio. E gl’arrivi adesso il meno moderato e il più massimalista dei miei abbracci. Di quelli forti.
May 24th, 2004 at 10:11 am
Ha ragione Zu. La prossima volta si farà una tre giorni, con area attrezzata per il campeggio e cinghiali allo spiedo con salsa di menta.
May 24th, 2004 at 11:43 am
La famiglia la saluta cordialmente, ecco.
May 24th, 2004 at 3:21 pm
Le VPN hanno la loro importanza nel sociale!!!