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Blog addiction
By matteo | May 29, 2004
Mi pungeva vaghezza che il tema "dipendenza da blog" potesse avere un qualche interesse, così ho chisto un parere. Mi ha risposto l’assai dotto professor Orfizio Scagazza, esperto di dipendenze patologiche. Ecco a voi il breve saggio che mi ha inviato.
"Caro Spiritum, alla tua domanda se si possa considerare l’attuale panorama della blogsfera in qualche modo legato a forme patologiche di dipendenza ti rispondo, senza dubbio, di sì. L’uso del blog ha tantissime analogie con la il campo delle cosidette sostanze d’abuso (eroina, cocaina, anfetamine, cannabinoidi, alcol), ma occorre prima fare alcune precisazioni. Anche per i blog, intesi sia come post che come commenti e cincischi di corredo (XML, trackball, rss che tenderei ad assimilarli più alle sostanze denominate "nuove droghe") ci sono diversi gradi nell’assunzione. Esistono i consumatori di blog: sono persone perfettamente integrate nella società, hanno incontrato la sostanza e o se ne sono allontanati o son riusciti a mantenerne un consumo accetabile. Li si potrebbe paragonare a coloro che bevono un bicchiere o due a pasto o a coloro che han provato qualche volta lo spinello, magari da adolescenti, e poi han lasciato perdere. A centinaia si contano i blog nati e visuti solo pocih giorni, dove non poche ore, soprattutto in quello sterminato cimitero noto come Splinder. Per inciso, un’altra analogia con la sostanza è quella del vezzo di certuni di chiamare la combricola dei postatori col termine di "comunità", sostantivo usato oggi per descrivere i centri di recupero dei tossicodipendenti e ieri (gli anni ’70) gli esperimenti di vità d’insieme (noti generalmente come "comuni") dove in tantissimi approcciarono le sostanze.
Il secondo gradino nell’uso del blog è detto abuso: se ne assume dosi molto al di sopra di quelle consentite e si è già in una fase patologica. I danni collegati alla tossicità intrinseca della sostanza portano a manifestazioni assai preoccupanti: sia va dalla Sindrome di Herzog (compulsività nel commentare tutto ed ovunque, spesso con ripetuti attacchi quotidiani) alla Nevrosi del Nano (bisogno maniacale di postare decine di intereventi giornalieri di interagire in maniera volgare con i propri lettori [evidentemente qui il professore di riferisce al primo Brontolo, quello su Splinder, quello che faceva ridere indomma, n.d.r.]). E’ chiaro a tutti i danni, fisici e sociali, che l’abuso di blog reca con sè ma non è ancora questo l’ultimo scalino nell’assunzione della pericolossima sostanza: si parla, infatti, dello stadio noto come dipendenza.
La dipendenza è una condizione di intossicazione (cronica o periodica) caratterizzata dal desiderio incontrollabile di continuare ad assumere la sostanza e di procurarsela a qualsiasi prezzo e con ogni mezzo, dalla tendenza ad aumentare la dose (tolleranza), dalla dipendenza psichica e talvolta fisica e dallo sviluppo di una crisi di astinenza, prodotta dalla sospensione dell’uso della sostanza. Non è raro leggere di qualche blogger che racconta di analizzare tutta la propria esistenza "in chiave blog" o di particolari patologie sviluppate proprio in seguito alla dipendenza, come la Sindrome d’Arsenio, detta anche dell’accento/apostrofo (il paziente colpito vede in qualsiasi termine la possibilità di trocarlo con un apostrofo o di connotarlo ridondantemente con la digitazione dell’accento) o la Psicosi del Gonio (il paziente avverte il desiderio incontenibile di parodiare ogni cosa che legge, infarcendola di termini astrusi, spesso fuori luogo, mutuati anche da lingue straniere). Qualora, accanto alla dipendenza, in asse 1, si trovi anche una di queste sindromi più gravi, si può parlare di "doppia diagnosi" o comorbilità.
Non è raro che, per trovare fonti di rifornimento della sostanza, molti blogger aprano più blog, postando anche foto (un’altra forma di dipendenza relativamente molto nuova e poco studiata). La moneta di scambio più comune è l’accesso oppure, dipende anche dal prestigio del dipendenza nella piazza dove opera, ambito è anche il link, meglio se con ampia citazione descrittiva. Non viene disdegnato nemmeno l’inserimento in blogroll. Uno dei luoghi più comuni di spaccio e Aggregator Place anche se in tanti non disdegnano l’assunzione tramite BlogBar. Allo stato attuale non esistono risposte chiare ed univoche al fenomeno, si sa di un pioniere che, in base ai suoi studi e alle 4 patafiacche c’ha scritto, cerca di adottare terapie d’urto, con alcuni particolarmente intossicati, sfracellando loro gli zebedei oltre ogni ragionevole misura con l’intento di farli desistere (pare che non ci siano esiti positivi ancora certificati).
(continua?)
Topics: Blogsfera | 9 Comments »
May 30th, 2004 at 6:31 am
Colonello, lei è un coraggioso!
Dopo la truffa del Blogrodeo, questa nuova denuncia le fa onore…
e l’orario del commento indica che mi sto pericolosamente spostando dall’uso all’abuso; Spero almeno sia la Sindrome di Herzog ad attendermi, chè l’altra sarebbe oltremodo fuori dalle mie corde.
May 30th, 2004 at 6:33 am
Per pura curiosità: ma perchè il suo orologio è regolato sull’ora di Greenwich? A vederlo così (-2h), l’orario, fa quasi paura…
May 30th, 2004 at 9:56 am
Non “quasi”, Ricciolina. “Fa” proprio! 😉
May 31st, 2004 at 1:37 pm
Non commenterò questo post.
Non commenterò questo post.
Non commenterò questo post.
May 31st, 2004 at 2:06 pm
Urge un novello Muccioli che salvi noi anime prave e ci allontani dal vizio.
Che sia nascosto dietro le fattezze del Fabio nazionale?
May 31st, 2004 at 6:54 pm
sei un genietto, tesò
May 31st, 2004 at 8:55 pm
eccetera eccetera……bah.
June 1st, 2004 at 9:59 am
Va bene tutto, ma non datemi del mucciolo….
Ciao, Fabio.
June 1st, 2004 at 4:20 pm
Speriamo che quella vaghezza non fosse velnosa