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Onirismi
By matteo | December 5, 2003
Sarà che son malato sarà la stagione ma se passa per di qua uno bravo nell’interpretazione dei sogni gli sarei davvero grato se mi desse un qualche lume a proposito di quanto partorito da me medesimo la notte appena passata e che mi lascia oltremodo perplesso.
Ero in piedi in un indefinito spazio bianco e m’è venuto da dire "Link armi" ma subito mi son accorto che stavo tenendo per mano un bimbo. "E tu chi saresti?" gli faccio. "Se te sei Spiritum io son il sentiero giusto". "Ma c’hai un anno! Come fai ad essere così grande e parlare?" ribatto perplesso. "Ma è un sogno o un interrogatorio? Va avanti per il corridoio, pataccone, che ci son altre sorprese qui, più avanti". Giro il capo e all’improvviso son comparse una lunga serie di porte. La prima è di color marroncino chiaro, con due lettere in marrone L e S. Busso, così d’impulso, e mi apre Sua Blogghità in persona. "Mi scusi, sior Luca, il bimbo qui vive di accessi e con 55-60 hit al giorno non si riesce a tirare avanti. Sarebbe mica così gentile da donare un bel linkone sul suo bloggone dimodochè per un po’ noi si possa vivere alla grande?" farfuglio. "Senti bel giovanotto: se dovessi dar retta a tutti i peones che bussano a ‘sta porta con le magagne come le tue dovrei passare il tutto il tempo a linkare voi. E le rensioni dell’IPod, il programmetto alla radio, la posta col Rocca me li curi te? Cammina va là".
La porta successiva è tutta nera con la scritta BP in azzurro. Busso e mi apre una bellissima ragazza caraibica vestita solo di un candido grembiulino. "Ciao Carlo, ti facevo più maschio" esclamo in preda all’eccitazione. "Yo no soi el segnor Carlo, son la su governante. El segnor Carlo è andato ad una fiera di whisky, per far scorta" mi declama l’angelo dalla pelle color caffelatte. "Me lo saluti quando torna" balbetto, congedandomi a malincuore dalla visione. Qualche metro più in là c’è un’elegante porta con inciso sopra ‘Mante’. Busso e sulla soglia compare un tizio anzianotto e barbuto. Il piccolo mi lascia la mano e, abbracciando il vecchietto, esclama: "Papà". L’altro fa perplesso "Pinocchio?". "Il signor Mantellini?" cerco di capire. "No, sono Fabio Metitieri. Mantellini l’ho legato e imbavagliato in cucina col nastro adesivo forte". Ormai disperato me ne vado a capo chino per il desolato corridoio. Dopo una buona mezzora di camminata il bambino ha smesso di piangere per la delusione e ci ritroviamo in una piazzetta dove un gruppo di buontemponi, stravaccati tutti sulle panchine eccetto un tizio alto e barbuto (con un accento vagamente calabrese), sta allegramente discutendo sul falso problema degli accessi. "E’ la scuola milanese, arringata dal 3G" mi fa il bimbetto "siamo finalmente a casa".
Mi son svegliato in un bagno di sudore.
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