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Le radici dei nick
By matteo | May 26, 2005
Pare che infuri una disputa sui nick, pare. Alcune cose già sentite, altre di due spanne di cultura, almeno. Così m’è venuto in mente il paesello dove son nato: lì han tutti un nickname. Solo che lo chiamano soranome, essendo veneti. Ora meno, ma sino a vent’anni fa era più importante e sicuramente più noto del nome e cognome stesso. Il senso e le origini si perdevano nella notte dei tempi e nemmeno i più vecchi se lo ricordavano più.
Indicava spesso la raza (l’è de raza baralda, te ‘o vedi suìto, è di razza baralda [intraducibile, direi], lo vedi subito), sempre la persona. “Me digo che l’è el Guzòn” (Credo sia il Guzòn), secondogenito della famiglia Guza (il cognome all’anagrafe era tutt’altra cosa). Nessuno si è mai messo in testa di dire che quando si parlava di Jijo Rua si usava in realtà un nickname e che si sarebbe dovuto più correttamente parlare di Luigi Rossi. Non credo solo per il fatto che si trattava di gente semplice di campagna: è una questione di contesto.
Se volete leggere anche qualcosa di sensato sui nick potete vedere qui e qui.
Topics: E' la tecnologia, baby | 10 Comments »
May 26th, 2005 at 4:05 pm
distinguerei i nicknames ereditari da quelli personali, in cui la sapienza popolare sapeva esercitare, fino a pochi anni fa, un suo particolare senso dell’umorismo. ricordo un ciomona (grande chioma) colpito da una precoce calvizie.
May 26th, 2005 at 4:22 pm
@Caporale: subito pensavo che il soprannome fosse diretto a te, simulando l’usuale forma discorsiva con la quale ti si si rivolge: “Ciò, mona…”.
May 26th, 2005 at 8:59 pm
da queste parti l’usuale forma discorsiva è: “toi (o anche tei), mona …”
May 27th, 2005 at 8:35 am
@Caporale: perdonami lo scivolone linguistico, allora.
May 27th, 2005 at 8:48 am
C’è poi, Mr. Spiritum, lo strano fenomeno per cui il nick della rete diventa (o sostituisce) il “soranome” della vita reale: il mio in Toscana è diventato “strernicche”.. 😉
May 27th, 2005 at 11:23 am
@Strelnik: ma che bello! Già la vedo, mentre si imbabola assorto nei suoi pensieri, e i compagni di bocce le gridano: “Strernicche, maremma bu’aiola, tira la boccia”.
May 27th, 2005 at 12:57 pm
E molto più spesso:
“Strernicche, maremma impestata, passa la boccia!!”.
o a fine serata:
“Strernicche, maremma berva, posa la boccia!!”.
😛
May 27th, 2005 at 2:14 pm
da noi (Sicilia) invece si chiamano ‘nciurie ma il meccanismo è lo stesso. Che poi, a volte, il nome vero, neanche si sa.
Una volta mio padre andò a Milano e cercava lo zio di un’amica, che abitava lì, e che era chiamato da tutti Bebè. Vai a sapere che non era il diminuitivo di Benedetto (lui si chiamava Giuseppe, credo, ma non importa), ma il “piccolino” di casa (peraltro un omone di 1,90 per un centinaio di chili di peso).
May 27th, 2005 at 2:20 pm
Aggiunta: ritorno dopo aver letto Strelnik e ricordo un vecchio post, sull’argomento, di Squonk.
Varrebbe forse la pena di cercare negli archivi – non so addirittura se in quelli di splinder – perché anche in quelli si discuteva, oltre che delle origini dei nick, anche della sua funzione “rivelatrice”, come nome scelto e non imposto.
(Mi sembra di ricordare anche un intervento a proposito della Benedetti, e le successiva repliche di Squonk ed altri. A quanto pare, in un paio d’anni, non ha cambiato idea).
May 30th, 2005 at 2:48 pm
@Riccio: la sua adorabile natura sicula (ci son stato 2 volte, da piccolo, in Sicilia e ne conservo un ricordo splendido) pare affine alla di qua veneticità, allora, almeno per la questione in atto. Per quanto concerne i pareri: ne ho così pochi che, quelli che ho, me li tengo stretti.