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    Tanti nervosetti e la fine del mondo

    By matteo | June 7, 2005

    Se fossi un buonista direi, al Bartezzaghi, che dipende da come t’approcci al web e all’aggressività, per la storia del rumor bianco e balle varie (per le fonti: leggersi per casa il Mantellini degli ultimi 3-4 giorni con relativi riferimenti). Pensateci: se nel blogghetto esordisci con scatologie varie

    (tipo l’inarrivabile defunto Bigman, per chi se lo ricorda) e aggredisci tutti e fai lo sbruffone e rutti e via discorrendo è probabile che tendi a generare commenti nervosetti. D’altro canto se sei ben sensibile di tuo e già la parola sedia ti mette a disagio perché ti ricorda vagamente il sedere e via di fantasia e diventi rosso, facile che trovi aggressive tante cose.

    Però non son buonista e non conoscevo Bartezzaghi (e tendo a non vedere le due cose come mali, perché sono anche superficiale).

    Alloca cerco su google e trovo che è un giornalista (s’era anche capito dai post in giro, per dirla tutta) esperto di enigmistica (oh, primo risultato cercando +bartezzaghi +giornalista in italiano). Mi vien da dire: “Mi arrendo, cazzo dici a un giornalista esperto di enigmistica“? Così però rischio di circuitarmi, col sarcasmo, nella critica del Bartezzaghi, che dice:

    La diffusione dei blog, sorta di diari in pubblico su Internet ha reso evidente e dominante un carattere della scrittura in rete: l’aggressività…Oggi insolenze e sarcasmi costituiscono il sottofondo acustico, il rumore bianco della Rete…[…]: così nei blog si trasloca il rancore che ci abita.

    Pensandoci meglio credo abbia ragione, invece. E’ una gran parte della società che è fortemente rancorosa (occorrono esempi?), così la legge dei grandi numeri fa sì che anche molti che han il loro spazietto, per il principio dell’osmosi della comunicazione, trasudino. Si scatta da niente, ci si sente oppressi, giudicati, scumunicati, ingiustamente ignorati e si va giù di bile nello scritto. Alcuni, mica tutti, come il mondo di fuori. Ma è sempre il solito discorso: il mondo di fuori è identico al mondo qua dentro, identico. Magari qua è più facile dire, anche ad uno sconociuto, nei suoi commenti “Ehi, forse stai esagerando, guarda meglio…”. Capita che reagisce male anche per questo, eh.

    In via strettamente confidenziale, anche partendo da ciò, vi porgo le mie umilissime riflessioni di questi ultimi anni, scaturite da lunghissime e attente analisi etologico-filosofico-sociologiche:

    a. l’uomo è molto più bestia di quel che si vuol credere o far credere. Alcune decine di migliaia di anni non son stati sufficienti a scancellare del tutto l’animale che abbiamo dentro, tutti;

    b. la nostra fettina di civiltà, nota ai più come occidentale, è al capolinea su tutti i fronti: culturale, morale, civile, economico. Il domani sarà buoio, proprio buio.

    c. la comunicazione è assolutamente sopravvalutata. Tutta la comunicazione: interpersonale, gruppale, mass-mediatica e via sempre più in grande. Ciò, unito ad a. fa correre di più il b.

    E mica son puttanate buttate qui alla cazzo, eh. Magari puttanate ma fondantesi su postulati e sviluppi che levati. Posso argomentarle, per ore e ore, con prove scientifiche (anche la scienza è sopravvalutata, però): invitatemi a cena e ve ne darò prova, se non mi credete.

    Bon, dopo ‘sta sferzata di ottimismo e buon umore, torno a scaccolarmi e a sparar cazzate, che mi vien pure meglio.

    Topics: Blogsfera | 3 Comments »

    3 Responses to “Tanti nervosetti e la fine del mondo”

    1. b.georg Says:
      June 7th, 2005 at 1:56 pm

      su a: gli animali son mica bestie, sa? in genere sono esserini o oni piuttosto coerenti ancorché da tenere in certe circostanze a debita distanza. Di certo non son sregolati, però. la bestia e la Bestia l’inventano l’uomo, a sua immagine I suppose (ma quando lo si regola, l’ometto, poi mi si deprime, poverello, che la regola gli appare un’estranea, e allora che fare?)

      su b: andiamo, non si butti giù

      su c: l’ho già detta la legge fondamentale della comunicazione? quando si è in più di tre, il 90% d ciò che si dice sono cazzate. A volte anche in meno di tre. A volte invece no. Insomma, è una legge un po’ scadente. (riguardo al “sopravvalutare”: il punto sarebbe capire come si valuta, che magari si attribuisce a qualcosa compiti che non van bene come usare un martello per mescolare il purè, insomma)

    2. Squonk Says:
      June 7th, 2005 at 3:19 pm

      Pare che, alla fin fine, il Bartezzaghi volesse dire proprio questo. Certo, poteva pure spiegarsi un po’ meglio.

    3. yoriah Says:
      June 7th, 2005 at 3:39 pm

      Ho intervistato Bartezzaghi per dargli un’opportunità di spiegarsi e approfondire. A voi il giudizio.

      http://www.blogs4biz.info/index.php?title=blogosfera_chiama_bartezzaghi_risponde&more=1&c=1&tb=1&pb=1