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    Sul tamarrismo

    By matteo | March 27, 2006

    rosa.jpg volante.jpg In un’epoca di grandi e massicci sdoganamenti c’è chi riesce e rendere accettabile e sdoganare il tamarrismo più eclatante nella maniera più eclatante: con una gara. Ci viene in aiuto il professor Cristian Momo Spoiler, dell’università di Mirafiori che, nel suo recente saggio “Come buttare nel cesso un pacco di euro in customizzazioni” (spesso le personalizzazioni costano come o più della vetturetta dove son piantate), ci ricorda che “ogni tamarrata è bella per il patatone suo”.

    Perciò se sino a qualche tempo fa, quando vedevi passare il coso con lo spoiler, le lucine davanti e lo stereo che ti pettina ti veniva da ridere e pensavi: “Cielo, che tamarro!”, oggi ci sono le garone serie a chi ce l’ha più grosso (lo stereo). E non è il solito torneo tipo al rutto più lungo o più forte o più armonioso, bevendo birra, ridendo e, per l’appunto, ruttando. No, altroché. Gare proprio serie, gare gareggianti e gareggiate insomma, con tanto di iscrizioni, giudici e badabìn e badabàn di rito. Così arrivano le flotte di tum-tum-tum che ti scostano l’intonaco della casa e le personalizzazioni più improbabili, si mettono in fila, aprono le portiere, attaccano la batteria di supporto (perché se funzionasse, a motore spento, con la sola batteria della macchina in 30 secondi è bella che spirata) e via a pinciar su il volume”.

    “Papà: perché conciano così le macchine, questi signori?” ti domanda l’animella candida che ti tiene la mano. Bravi: perché? Per i coraggiosi, oltre i dagherrotipi qui riportati e cliccabili per l’ingrandimento v’è anche un bel sito di riferimento (adesivato a caratteri cubitali sul cristallo di diverse vetturette, eh).

    Topics: Un tempo era tutta campagna | 4 Comments »

    4 Responses to “Sul tamarrismo”

    1. caporaleReyes Says:
      March 27th, 2006 at 10:18 am

      rischio di passare per un Pasolini dei pòreti e perdippiù etero, ma preferisco il tamarrismo vintage che si concentrava sui dettagli. tipo il coprivolante, in sky traforato o in pelliccia.

    2. darkripper Says:
      March 27th, 2006 at 10:47 am

      Ancor meglio sono i lowriders, quelli che prendono ste macchine scoperte simil-cadillac e ci piazzano ste mega sospensioni che le fanno zompare a comando. I dettagli qui.

    3. spiritum Says:
      March 28th, 2006 at 10:02 am

      @CaporaleReyes: noi che abitiamo in provincia abbiamo la fortuna di poter assistere a diverse di queste esibizioni. Questa era proprio davanti a casa mia. Ci sarebbe da spedere un paio di parole in più sui proprietari delle vetturelle ma si rischia di passar per fighetti razzisti…

      @Darkripper: ma ci sono anche qui in Italy?

    4. Iperione Says:
      April 2nd, 2006 at 11:24 am

      Da un lato la necessità di emergere, di farsi-vedere, elevando la pacchianeria a stile; dall’altro l’esigenza immanente di confrontarsi con altri per sentirsi parte di un branco, per non sentirsi soli nel proprio delirio.

      Un conflitto interiore prova evidente di personalità (moderatamente) disturbate.

      Del resto il rapporto che lega quasi tutti noi con la nostra protesi di lamiera andrebbe indagato a fondo perchè tali manifestazioni così grossolane non sono che la punta dell’iceberg di una civiltà che non riesce ad emanciparsi dal motore a scoppio, ne in senso strettamente pratico, ne in senso ideale (il mito della bella macchina in cima alla lista dei sogni di molti).