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    Già visto Il pezzo su Manteblog titolato…

    By matteo | January 11, 2003

    Già visto

    Il pezzo su Manteblog titolato “Nessuna zona franca”, che riporto in parte sotto, mi hanno fatto tornare in mente le baggianate, fiorite attorno al ’94 /’95, sul “fenomeno internet”, del tipo “biblioteca infinita”, “villaggio universale”, “solo pornografia”. Mi chiedo perchè uno debba per forza scrivere delle cose su qualcosa che non capisce! Perchè, come detto anche Mantellini, un blog deve essere “utile” o “professionale”? In base a cosa?
    C’è tanto bisogno in campagna…

    (…)
    Non esiste alcuna zona franca. E non esiste alcuna differenza di rischio fra mantenere una normalissima pagina web e un blog. Non esiste insomma un rischiospecifico legato ai blog che non sia quello legato alla sua temporanea maggiore visibilita’. Gia qualche settimana fa il Washington Post e’ caduto in una trappola simile. I blog sono pagine web a rischio di censura o denuncia come qualsiasi altra. Quando Formenti si riferisce a contraccolpi di tipo giuridico o politico sarei curioso di sapere a quali blog si riferisce. Per quanto ne so il contenzioso (che pure esiste) riguarda tutto il web e non e’ certo limitato ai weblog. In attesa di essere smentito. Mi piace poi ancora meno l’accenno finale ai blog di servizio di utilita’ e di alta professionalita’.Personalmente credo non sia vero per nulla. Trovo del tutto ininfluent eche un blog sia professionale o altamente professionale e ancora meno mi interessa che sia un blog di servizio o un blog utile o utilissimo. Nemmeno so poi cosa significhi. Mi pare questa la solita posizione lievemente elitaria di chi ancora crede alla favola della autorevolezza dei professionisti dell’informazione. Se uno apre un blog (magari professionale come Quinto Stato) e continua a credere a queste cose secondo me e’ spacciato.

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