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Di sofismi, zapatismo, demagogia e tanto…
By matteo | February 25, 2003
Di sofismi, zapatismo, demagogia e tanto grigio
Stana puntata di 8 e 1/2. Gli ospiti sono notevoli: Casarini, Bondi e Mieli in particolare. Il tema gira intorno ai “treni della morte”.
Casarini non ha una faccia rassicurante, credo sia lapalissiano, gli fa da contraltare il faccione calmo, grassoccio e rassicurante di Bondi, portavoce di Forza Italia. Che il dibattitto sia caldo è scontato, Ferrara da due volte del pazzo a Casarini, la seconda ammorbidendolo con un appiccicato “sognatore”. Non è un narcisista Casarini o, se lo è, lo nasconde bene (sinceramente m’è parso di vedere un luccichio negli occhi quando gli dicono che è stato visto su tutti i TG, ma forse è solo una mia autosuggestione). Si becca anche del sofista, del demagogo, dell’anarchico e lui, ha muso duro, tira avanti, trattenendosi. Si definisce uno zapatista. Gli invidio le certezze, le convinzioni, la forza dell’opinione.
Poi c’è Mieli, che lo abbraccia virtualmente al primo intervento, nonostante Ferrara avesse chieste “le sue solite domande pungenti”. Mieli poi scivola sulla storia: altri blocchi nel 1911, una parentesi nel 1920, Sofri dice anche nel 1991, ma si sta svicolando.
Tocca anche a Bondi, che ribadisce le posizioni governative e attacca Casarini con un tono straordinariamente calmo, pacato: l’avran chiamato/mandato per questo? Se è così si è guadagnato la pagnotta.
C’è un sindacalista della CGIL, ma mi perdo nei ragionamenti sulla sicurezza/cittadinanza informata/itinerari/categoria dei lavoratori dei trasporti: ha ragione Ferarra, è una palla.
Poi il gran finale: la sferzata la dà Batini, dei portuali di Genova, è son parole pesanti – le poche comprensibili visto la fortissima cadenza ligure – e decise, cito a memoria: “La guerra è triste, brutta, io l’ho passata, una barbarie che lascia un segno indelebile. Non me ne frega niente di destra o sinistra, c’è da dare un segno e noi ci siamo”.
Alla fine, è emerso il vero succo della faccenda: la comunicazione. Casarini l’ha detto esplicitamente: non è andato da Ferrara “perché gli piace” ma per comunicare. Quando guarda in camera e dice che “i blocchi vanno fatti, e seriamente” sembra stia parlando con qualcuno che vede al di là, che dia un preciso messaggio più vasto, più forte.
Stana puntata di 8 e 1/2, questa sera. Strana anche la mia situazione: più passano i giorni e più mi confondo, vedo toni sempre sfumati, vedo tanti grigi. E’ un male non riuscire a prendere una posizione, a farsi un’idea precisa, a consolidare un’opinione? CHe posizione è quella del buddio, di voler avere a tutti i costi più dati, per decidere, per credere o non credere? E non dico la banale scelta “contro la guerra”, è l’acqua calda, chiunque sano di mente è contro la guerra. E’ il gioco dell’informazione, di questa situazione dove troppi attori non hanno una posizione definita, o se è definita emana un tanfo terribile, ma forse non è vero nemmeno questo e le posizioni sono altre, e si guarda il popolo e si guarda il dittatore, si guarda il petrolio degli uni e degli altri, la democrazia degli uni e gli interessi degli altri, e il giro ricomincia.
Troppe grida, troppe bandiere, poche, pochissime certezze e, se non si vuole bere un solo brodo troppi dubbi, troppi grigi appunto.
Forse è proprio questo il nuovo gioco dell’informazione: dire tanto, dire tutto per non dire niente, per limare posizioni, limare sicurezze, limare, limare…
E non dite “chi ci guadagna in tutto questo?”, che altrimenti il giro ricomincia.
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