La dura vita del blogger Si fa presto a…

Si fa presto a dire “blogger”. La mia personale storia dei tre mesi di attività del sentiero sta prendendo una piega particolare. Intanto non è per niente facile star dietro all’attività, bisogna dirlo. Vuoi perché non ho una vita interessante come quelle che piacciono a Sofri, per dire, poi perché è veramente da un bel po’ di tempo che non ci sono in giro quei succosi argomenti dell’inizio attività (fighetto, fuffa, virgolismo, commentismo). Quindi per assolvere al dovere interiore (una specie di “tu devi” Kantiano, oltre a “il cielo stellato sopra di me e la legge morale sopra di me”) di postare qualcosa di decente o si studia sui libri per farsi un’adeguata cultura (qualcuno riesce ancora a seguire e a capire la discussione circa il blog aggregator?) o si passano le giornate ad assorbire le emozioni e le sensazioni più sottili del mondo reale (robina tipo il post sotto, ad esempio) e ci si butta a corpo morto sul carodiarismo tutta ciccia e brufoli. Dal momento che, fortunatamente, non ho una linea editoriale da rispettare va bene così, anzi andava bene così. Sì perché da quando ho letto il pezzo di Mantellini non sono più lo stesso.

[cito] In questo senso sarebbe interessante che i blog fossero ancora di piu’ e che i blogger che scaricano link sull’aggregator lo facessero cum grano salis.
3- Ma forse e’ pretendere troppo.

Ora prima di postare qualcosa mi sorgon mille interregotivi, mille sensi di inadeguatezza, mille incertezze se segnalarla o meno al blog aggregator. Molto spesso son meno i dubbi circa l’effettiva qualità del post 😉

Al riguardo mi son fatto ‘sta idea, niente a che vedere con la semantica, l’xml e ammennicoli del genere: se il signor Granieri mi ha invitato a far parte degli eletti del blog aggregator avrà pur visto lo spessore del sentiero giusto, perciò di conseguenza. Solo che non mi basta come convinzione e questa sera, per fare un esempio, ho segnalato questo pezzo e quello sotto no. Magari ho sbagliato ed era meglio il contrario, son dubbi che mi rodono. Me la son venduta così: la forza e il calzettoni son per i lettori abituali, una specie di sorpresa per chi segue questa via con una certa frequenza. E di questo vi chiedo scusa.

Concludo con un magnifico pezzo del sempre più grande Gonio, che ben riassume parte di quello che avevo in mente di scrivere (il resto è venuto come è venuto).

Dietro ogni loro blog c’è un sogno di serenità, di pace, la dolcezza di una dimensione senza spazio e senza tempo, un non-luogo mitizzato e funzionale alla sopravvivenza in questo ambiente ostile: una semipubblica Arcadia gioiosa, popolata di figure prodighe di amenità e di benevolenza, anche nel più acido dei loro accenti.