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Libertà d’informazione
By matteo | February 23, 2004
Non posso farci niente, è un’idea fissa che mi perseguita da ieri mattina,
dopo che ho sentito Marco Travaglio al 3131 su Rai Radio 2. In sintesi il concetto
è questo: i blog sono funzionali al sistema? Non l’ha detto
Travaglio, onde evitare, m’è venuto da pensare in base alle riflessioni
dello stesso (meno da quelle di Diaco). Parto da un discutibilissimo assunto:
viviamo in una democrazia dove l’informazione è viziata da una posizione
dominante e, tale posizione, è legata al Presidente del Consiglio che
è capo della maggioranza di governo, capo del partito di maggioranza
della nazione, proprietario del gruppo di maggioranza dell’emittenza televisiva
non pubblica nazionale (Presidente del Milan lo vedo più accidentale
a meno che non serva come scusa per spare pistolotti alla Domenica Sportiva
ma si sapeva, era stato anche allenatore oltre che ogni altra professione).
Detto questo i blog sono, in qualche maniera, informazione, dal
diario "oggi sono un filino stitico" ai pezzi di Pfaall o Il Mazziniano
(giusto per citare due dediti più all’approfondimento su temi d’attualità
del sottoscritto e meno diaristici di altri)? Sì, sono un medium
nuovo ma sempre un medium, e pure di massa.
Il mio dubbio è, oggi e ora, quanto possa essere questo strumento funzionale
al sistema, ovvero se lasciar liberamente libero sfogo a tante persone sia un
vantaggio o meno per gli equilibri dell’informazione. Non mi addentro sull’effettivo
potere che potrebbe avere un governo di impedire la libertà di espressione
in internet nè tanto meno penso che si sia in prossimità di una
evenienza del genere: siamo in una democrazia occidentale e non si discutono
queste libertà. Piuttosto mi chiedo se l’egemone dell’informazione
non sia interessato ad esserci, nella blogsfera, e soprattutto come e quanto.
A volte mi sembra che alcuni commenti, in giro, siano opera di una strategia
precisa di attacco verso alcune fonti (faccio il nome, per evitare dubbi, Macchianera),
altre volte mi chiedo se non siano in atto forme di "sorveglianza"
della blogpalla, se alcuni commentatori e bloggatori non siano vedette e agenti
infiltrati. Qualche decina di migliaia di blog son sempre una bella quantità,
si tratta poi di individui "tecnologicamente avanzati" (per
lo meno sanno connettersi ad internet e scriverci su, non è da tutti,
suvvia) e fanno circuitare un certo interesse (vedi il crescente numero di articoli,
servizi televisivi, convegni). C’è poi la questione "anonimato":
per chi ha un dominio registrato non esiste il problema, anche se si cela dietro
un nick, ma della grandissima massa di anonimi? Immaginate se cominciassero
a circolare per le strade alcune decine di migliaia di volantini anonimi
con scritto su "oggi sono un filino stitico" ma anche "il tizio
è un ladro e il crack di *** è causato da ###".
Sì, ho fatto un pasticcio ed un minestrone, lo so, ma ci siete voi apposta.
Topics: Un tempo era tutta campagna | 7 Comments »
February 23rd, 2004 at 10:25 am
Una volta le mamme prudenti invitavano le figlie a tenere un diario. Da questo, ripescato dai più improbabili nascondigli che le figlie ritenevano sicuri, traevano le informazioni necessarie per tenersi al corrente e aggiornate sui loro pensieri e movimenti. Sarebbe una carina trama dietrologica (che magari può appassionare i paranoici del “mi sento osservato”) se ci immaginassimo che i diari online siano un sistema comodissimo e agevole per sapere i cazzi propri di un grande e crescente numero di persone.
Il grande fratello nemmeno ha bisogno di guardarci, siamo noi che gli facciamo, tutti contenti, regolari resoconti dei nostri più riposti pensieri.
February 23rd, 2004 at 10:41 am
Facciamo parte di un sistema che mette a disposizione tutti i possibili antidoti. Se non li vogliamo usare, c**** nostri.
February 23rd, 2004 at 11:24 am
Personalmente non sento la sindrome da accerchiamento. Ricordo piuttosto chiaramente cosa diceva l’attuale maggioranza quando era all’opposizione sull’uso dell’informazione: più o meno le stesse cose che dice oggi l’opposizione (ok, Berlusconi ha tre reti TV in più, ma una valangata di giornali in meno, cosa di cui spesso ci si dimentica). Penso che la “libertà di blog” si assommi alle altre, stare in rete è una scelta, dello stesso peso, probabilmente, di un volantinaggio in una strada deserta. PS: non sono un agente del Polo – mi crederete ? 😉
February 23rd, 2004 at 1:00 pm
Fossi in te starei tranquillo, spiritum.
Prima che qualcuno pensi di ‘accerchiare’ i blog deve accorgersi che esistono e percepirli come potenziale disturbo, cosa che attualmente mi sembra ancora da venire. Magari e’ questione di un anno, ma per il momento siamo considerati dai piu’ una componente del rumore di fondo di Internet.
Quando poi si accorgeranno di noi, se al potere ci sara’ ancora questa maggioranza si stupira’ del credito inspiegabile che Il Foglio ha nel mondo dei blog italiani, assolutamente spoporzionato all’importanza di questa testata nel mondo reale, e quindi concludera’ che ci siamo autoaccerchiati.
February 23rd, 2004 at 4:43 pm
Colonnello. sono d’accordo con lei. Abbiamo avuto modo di approfondire questo suo discorso gia in altre occasioni. La blogpalla non è libera. Siamo tutti influenzati dai miti. dai nomi. tranne lei, colonello. e l’amico hotelmessico. Io, per esempio sono influenzato dalle mie fans…scrivo solo quello che vogliono sentirsi dire. A presto!!!
February 24th, 2004 at 11:10 am
Siamo tutti influenzati. Dai polli. (questa frase è sotto licenza LIS, Libera Interpretazione del Significato)
February 24th, 2004 at 12:01 pm
Galline in fuga?