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Nel nome del pane
By matteo | January 8, 2007
Che invidia quelli che arrivano dal panettiere e snocciolano le ordinazioni chiamando per nome tutte le pagnotte! Mantovane, Altamura, Arabo, ai cinque cereali, alle noci, alla soia, alla troia, tutti i nomi giusti, con la commessa che sorride sempre, grata di tanta precisione. Invece si arriva là e ci si vergogna con “2 di quello in alto a destra, 3 di quello in basso a sinistra”. Indichi con la mano e senti che la commessa ti compatisce, quasi noti un guizzo di malevolenza negli occhi. Ti si chiede scusa, languida ragazza nel camiciotto bianco, il pane lo si compra solo raramente, ché altri in famiglia si son tenuti seco il piacere: non si ha cotanta competenza e ci si vergogna, ma solo un pochettino.
Topics: Un tempo era tutta campagna | 3 Comments »
January 8th, 2007 at 12:28 pm
E siccome pane al pane – vino al vino, per dire, io inaugurerei l’anno con la fiascata benedetta (o benedetta fiascata). Che lo so, i blogger guardan solo le stelle, sul resto sono innoqui. Dicono.
January 8th, 2007 at 12:32 pm
capita anche a me. e quando la signora – nessuna languida ragazza in camiciotto bianco, da noi – dice: “ah, quattro MARSIGLIESI …” mi viene in mente Jean Gabin.
January 10th, 2007 at 2:12 pm
Che poi provateci a chiedere “quattro marsigliesi” a Catania o a Cagliari, la dolce ragazza vi guarderà intordonuta o allocchìada a seconda della città. Io vado sul sicuro: “due di quelli, uno di quelli là sotto e mezzo di questo qua”.