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300
By matteo | April 12, 2007
Sin dalle elementari, quando a storia si arriva a studiare la Gregia arriva anche il momento di fare una scelta di campo: dalla parte di Atene o da quella di Sparta. Per formazione, famiglia, educazione e via discorrendo son sempre stato schierato dalla parte di Atene, con un però. Dentro, in fondo al cuoricino, sentivo che non era una scelta totale e totalizzante, non era una fede, insomma. C’era un qualcosa che mi rodeva, mi ravanava come molti fanno con i gioielli o le narici, anche in pubblico.
Ieri sera, al cinema, nel vedere 300 ho capito il perché: sono spartano, dentro. Forse è per quello che, appena fuori dalla sala, avrei rotto allegramente il setto nasale alla cicciottela paffutella che, invasata dal sacro spirito della critica, ha sentenziato ai due accoliti che la fiancheggiavano: “Dopo dieci minuti ho capito che era la solita americanata”.
Topics: Si potrebbe dire outing | 12 Comments »
April 12th, 2007 at 8:16 pm
e Tebe?!
no, dico, c’era anche Tebe. era un po’ come usare Opera.
April 12th, 2007 at 10:58 pm
puoi negare che sia un’americanata?
anche io l’ho visto ieri sera e devo ammettere che i primi dieci minuti sono quasi patetici, ma poi migliora.
nel complesso lo rivedrei volentieri, ma bisogna ammettere (secondo me) la pecca del doppiaggio italiano non adeguato (a differenza della norma)
secondo me potrebbe vincere l’oscar per “Film Più Virile dell’anno”, ti mette addosso una carica e una voglia di imparare a combattere che non ha pari (si, forse Matrix…)
bella fotografia, non c’è dubbio
altre critiche sarebbero da attribuire a miller stesso (serse fa senso, gli immortali completamente inventati etc etc), ma si può assumere che sia una “mitizzazione della storia”, come per altro alcuni dettagli della storia sono diversi (basta farsi un giro su wikipedia per scoprire tutte le magagne)
bel film, ma non sarei così “spartano” verso chi non la pensa come te, d’altra parte sono uomini liberi, no? 🙂
April 13th, 2007 at 8:54 am
…come dirgli che in effetti E’ un’americanata, senza ferirla?
April 13th, 2007 at 10:17 am
ecco, taci che gliel’ha già detto quello qui sopra.
April 13th, 2007 at 11:58 am
@Greenkey e LaFlauta: mettiamo i puntini sulle i, signori. Americanata: “iron. o spreg., cosa, azione o avvenimento caratterizzato da grandiosità ed esagerazione, secondo quello che si ritiene essere il gusto americano” dal dizionario.* Ora: sareste gentili da spiegare qua dove sia l’esagerazione e la grandiosità (evidentemente farlocca, deve essere) nel film? Ricordo che è la trasposizione di un fumetto del sig. Miller, forse l’unica informazione che potrebbe essere necessaria alla visione, non un documentario di Piero Angela. Poi – lo ricordo – è un film, quindi uno spettacolo che deve anche emozionare, oltre che dare uno o due messaggi. AVete visto qualche uomo che diventa supereroe con mire improbabili, con canotte sfracellatlate che corre per ore e picchia e … fa azioni che si potrebbero definire contenute in un’americanata?
April 13th, 2007 at 1:34 pm
beh, uno dei significati di mito (sempre da de mauro) è: “immagine amplificata o alone leggendario che si crea attorno a un personaggio o a un fenomeno del costume sociale”
il film tratta di un mito (perchè ha dei fondamenti storici ma la storia è mitizzata), oltretutto arricchita e colorita da Miller, in più enfatizzata in certi aspetti dal regista
… ovvero il tutto è caratterizzato da “grandiosità ed esagerazione”
se poi teniamo conto che la cronaca è stata scritta da un greco (quindi di parte) e sappiamo che spesso le cronache esageravano col descrivere le proprie imprese, giungiamo a un esagerazione al cubo…
con questo non voglio dire che sia un film brutto, ANZI!!!
è giusto che certi avvenimenti siano esagerati, perchè sono comunque avvenimenti straordinari e per questo meritano di essere ricordati e raccontati (si raccontano e si ascoltano meglio le storie straordinarie, vedi Big Fish)
il film non ha certo la pretesa del documentario, ed è proprio questo il bello del film, altrimenti lo vedremmo su La7 raccontato da Valerio Massimo Manfredi… 🙂
April 13th, 2007 at 3:58 pm
Questo a dimostrare che tutti i popoli quando parlano della propria storia fanno delle americanate. Specialmente gli americani.
(Spartano coi nemici, ateniese nella cabina elettorale, Romano nella politica.)
April 13th, 2007 at 10:03 pm
Io alle Termopili c’ero, e ricordo soprattutto il sudore, la polvere e le urla agghiaccianti dei feriti. La storia scritta dai vincitori racconta che trecento Spartani sbarrarono il passo a un milione tra Medi e Persiani.
In realtà gli Spartani non erano da soli a difendere il passo, c’erano altri tremila opliti di altre città arrivati insieme a loro a difendere il passo e quasi altrettanti arrivarono in seguito, da molte città.
E l’esercito del figlio di Dario contava forse trecentomila uomini, non certo un milione o due. E non si respirava affatto un’atmosfera eroica, sul campo. Quel maledetto passo aveva il mare da una parte, e una dannata scogliera, e una parete scoscesa dall’altra. Settemila guerrieri potevano bloccarlo per giorni, e lo fecero. Però c’era un passaggio, e si dice che un traditore l’abbia rivelato; e nemmeno questo è vero, perché lo scoprì una pattuglia di esploratori Medi.
Dimenticavo, ero tra i diecimila di Tigranes, quel giorno.
April 14th, 2007 at 2:44 pm
@greenkey: infatti, andrebbe visto come Sin City, una trasposizione filmica di un fumetto. Senza tirare in ballo storia e via discorrendo: se uno vuole parlare di quello parla con Gilgamesh, che ci mastica di ‘ ste cose. Per come la vedo io “americanata” son quei fil, tipo alcuni con Bruce Willis, per dire, dove vengono proposte azioni ed eventi altamente improbabili ed altamente enfatizzati: gente con mira infallibile, mai stanca, super precisa in tutto e via discorrendo. Non vedo tutto ciò in 300 quindi perché etichettarlo come “americanata” se non per il solito pervasivo neosnobbismo radical chic di certuni?
April 14th, 2007 at 9:57 pm
Ecco, e qui ha ragione Lei, in toto.
(Io ho adorato Sin City, come graphic novel e come film, ma soprattutto sono contento di sapere che con gli incassi di ‘300’ gireranno un film tratto da Watchmen di Alan Moore, la mai GN preferita di sempre).
April 15th, 2007 at 2:43 pm
Vorrei aggiungere che se avessimo fatto vedere “300” a un qualunque abitante del mondo greco del IV sec a.C. ne sarebbe stato entusiasta e l’avrebbe sentito intimamente affine al proprio pensiero in base alla perfetta kalokagathia (bello=buono, brutto=cattivo) che lo anima.
Infine, questa che ci offre Gilgamesh è una notizia strepitosa (e vorrei vedere chi riesce a fare una analogia tra la politica estera attuale e Watchmen)
April 15th, 2007 at 9:44 pm
@spiritum
dici: “gente con mira infallibile, mai stanca, super precisa in tutto e via discorrendo”
esattamente quello che succede in 300, trasposto ai mezzi dell’epoca.
insisto col dire: è un’esagerazione, e mi sta bene!!! deve essere un esagerazione perchè è un film EROICO.
E’ un film che mi piace, riandrei a vederlo se potessi tornare indietro. Il mio definirlo “americanata” non è spregiativo (ed è forse qui che sbaglio), ritengo che il termine sia una tipologia di film, nient’altro.