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    Fenomenologia del ciclista amatoriale

    By matteo | May 9, 2007

    ciclisti.jpg L’essere umano è bestia, alla radice. E come la maggior parte delle bestie tende ad avere una certa considerazione del branco. Il ciclista amatoriale non si vuol certo scostare da cotal constatazione. Seppur da queste parti si tenda grandemente a viaggiar da soli, cuffie in testa e caschetto fracà (è per via di una certa assonanza veneta) non si disdegnano incursioni et intrusioni in branchi domenicali di ciclisti. L’abilità fondamentale sta nell’individuare il branco giusto rapidamente (il fiato è quel che è, signori miei). Con una certa dose di prove ed errori e tanti chilometrini nelle gambette ci si può trovare dello spasso ed utili insegnamenti. Proprio la scorsa domenica ci si accodava (la scia c’ha un suo perché ma soprattutto un gran per-come-si-pedala-bene-tirati) ad un quintetto di corpulenti over 50. Occhio: non sempre i corpulenti over 50 son prede facili, alcuni son falsi magri e falsi lenti. Comunque sia ci si butta in coda, verso la fine del programma personale (ma tanto: che ne sanno gli altri?) e si viaggia ai bei 28-30 km/h per circa 4 chilometri. Lo strappetto con i due tornantini si avvicina e quindi si metterà alla prova la prima regola del ciclista amatoriale in branco: “nessuno vuol far brutta figura”. Normalmente nei gruppetti domenicali ci si aspetta, si va con un passo medio e tutti sorridono, a meno che non ci sia l’intruso. Perché quello con la mountain bike nel gruppetto di stradisti è sempre un intruso. Viene spesso ignorato, sempre tollerato perché la strada è di tutti, ma niente di più. Così, dopo la prima rampetta approfitto di un cedimento nella cambiata di quello di mezzo, che rallenta un pochetto gli ultimi due, mi alzo sui pedali, rapporto duro e stacco tutti di qualche metro. Un bikers, un pochetto più giovane della media del gruppo, che si bulla in salita dopo che s’è fatto tirare? La reazione è quasi immediata: il più in forma, quello che era immediatamente prima di me e non aveva tirato negli ultimi chilometrini scatta e mi si mette dietro. Saliamo le due rampette e dopo il primo tornante mi supera. Però arranca, lo si vede. Parte anche il secondo della fila, cerca di avvicinarmi al secondo tornante ma cede. Il primo passa le prime case, una specie di traguardo immaginario avvalorato da un dosso artificiale per rallentare il traffico, si ferma in una piazzetta, mi guarda tronfio e si autoproclama, nel mondo interiore che in quel momento ci accomuna, “Campione del mondo”; con la coda dell’occhio vedo il secondo che passa il dosso, e gode per “l’ottimo piazzamento”; degli ultimi 3 non c’è ancora traccia: potran dare sempre colpa al cambio. Arrivato al termine della stradina che esce dalla contrada li vedo arrivare, in evidente affanno, si riuniscono agli altri due nella piazzetta: il branco s’è ricostituito, sosta tecnica e poi si prosegue. Per quel che mi riguarda vado tranquillo: due chilometri di discesa e son praticamente a casa.

    Topics: Monopolisti e Cartelli | 13 Comments »

    13 Responses to “Fenomenologia del ciclista amatoriale”

    1. caporale Says:
      May 10th, 2007 at 7:09 am

      sei un po’ bastardo, ammettilo.

    2. laflauta Says:
      May 10th, 2007 at 12:23 pm

      E’ passato a salutarmi il mio ex storico, uno della stirpe Pinarello, classe 60, figlio di olimpionico e nipote del biciclettaio. Era maaaaaaagro maaaaagro maaaagro…. preferisco i rugbisti, c’è poco da fà.

    3. spiritum Says:
      May 10th, 2007 at 12:44 pm

      @Caporale: la strada è di tutti, no?

      @LaFlauta: son 92 chili, non direi “magrissimo”.

    4. laflauta Says:
      May 11th, 2007 at 8:30 am

      Io se non vedo non credo. Tirapacchi che non è altro.

    5. Squonk Says:
      May 11th, 2007 at 1:07 pm

      Guardi che se le tira il pacco, grosso com’è, rischia di farle del male (mioddio).

    6. spiritum Says:
      May 12th, 2007 at 2:40 pm

      @Squonk: è la peggio volgarità che abbia mai sentito, almeno da lei.

    7. Squonk Says:
      May 14th, 2007 at 9:29 am

      Santocielo, non posso fare il cialtrone nemmeno qui?

    8. laflauta Says:
      May 14th, 2007 at 9:51 am

      Il “nemmeno qui” dovrebbe farla seriamente riflettere, messere….

    9. spiritum Says:
      May 15th, 2007 at 7:49 am

      @Squonk: alcuni sostengono che la cialtronaggine sia una categoria dell’anima, con le debite conseguenze. Senti anche LaFlauta che ti mette sulla strada giusta.

    10. Squonk Says:
      May 15th, 2007 at 9:43 am

      Ma smettetela, tutti e due.

    11. supergiovane Says:
      May 15th, 2007 at 3:05 pm

      Sono soddisfazioni, anche il “giretto” domenicale è mosso dallo spirito: l’importante è vincere, partecipare lo fanno tutti…

    12. laflauta Says:
      May 16th, 2007 at 2:40 pm

      Smetterla?

      Guastafeste.

    13. kodogu Says:
      June 14th, 2007 at 5:12 pm

      quando andavo in mtb non mi sono mai sentito un’intruso o non mi hanno mai fatto sentire così anzi…… da anni sono passato alla bici da strada e non mi arrabbio se un giovanotto in mtb mi supera anzi avolte cisiamo visti sul colle e siamo andati a bere……. ognuno và col suo passo la bici è ella anche per questo non è importante quanto ci metti ad arrivare in cima ,……..ma arrivarci ciao raga viva la biciiiiiiiiii