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Più sagre per tutti
By matteo | June 17, 2007
C’è una nuova stagione, non contemplata nè tra le intere nè tra le mezze, trasversale alle canoniche quattro: la stagione delle sagre. Il fenomeno cultural-mangereggio-ballettistico sfugge certamente agli urbani (presumo che a Milàn non ci siano così tante sagre) ma, per tutti coloro che han la grazia di abitare in provincia, probabilmente un filino s’è affacciato – come idea – ad altre tenere menti. Nella zona qua, grossomodo a sud di Vicenza (ma anche a nord, est ed ovest è sommariamente uguale) da fine marzo a fine ottobre si susseguono una tal quantità di feste e sagre che è quasi impossibile anche il solo riconoscerle tutte. I filoni son più o meno gli stessi: Santi, stagionalità (festa di primavera, d’estate, del ringraziamento, della trebbiatura e via discorrendo), prodotti tipici di ogni foggia e genere (ciliegie, rose, mele, innumerevoli varietà di pesci, osi de mas-cio, castagne, tartufi, olive, baccalà, piselli, uccelli solo per dirne alcune), località (frazioni, rioni, contrade contradine e contradette, vie persino). Non c’è località con più di due abitanti che non si senta il dovere di dar lustro a se stessa e il piacere di attirare visitatori, qualche soldino e fama imperitura. Così, mentre passi per le stradine della provincetta profonda, nord-est laborioso e formica, ti ritrovi ad ogni lato, su ogni albero, ad ogni traliccio, in ogni bar, su ogni palo i manifesti, striscioni, volantini, fogliettini, bigliettini dell’evento locale. E siam subito cicale, verrebbe da dire.
Il canovaccio e gli ingredienti son praticamente sempre i soliti, quindi in una sagra che si rispetti non posson mancare:
– il chiosco – porticato – tendone per le cibarie. Anche qui tradizione e sfrenata fantasia portano ad un menu imperdibile: se la sagra c’ha nel nome una peculiarità la si ritrova trasversale in ogni pietanza. Sagra dei bisi (piselli, però quelli che si raccolgono nei campi, per capirsi): lasagne o bigoli con i piselli, carne (quasi sempre alla griglia) con i piselli, dolce con i piselli, vino o birra ai piselli, piselli con i piselli. Festa della trebbiatura? Lasagne o bigoli con il ragù (se ci pensi bene il prodotto tipico c’è lo stesso), carne alla griglia con le patatine, dolce, vino o birra. Il più delle volte i proventi per il sostentamento ed il perpetuamento della cosa vengono da qui.
– il ballo liscio. Immancabile, in ogni evento, simil-sacro o quasi-profano il complessino del liscio non manca MAI! Lungo sarebbe il discorso circa le tipologie dei complessini, fenomeno popolare strabiliante per sagome di personaggi a seguito, nomi, logo e foto dei manifesti, ma sarà per un’altra volta.
– la pesca di beneficenza o lotteria od entrambe. Così non ti puoi fermare a mangiare un ghiacciolo in pace che non ti ritrovi la signorina o il pensionato che ti propone il biglietto del coso, pro asilo, pro scuola materna, pro loco, pro qua e pro là. Anche la gestione dei premi delle pesche di beneficenza meriterebbe un’indagine approfondita ma si rischia il fuori tema.
– l’evento. E’ l’avvenimento che tenta di giustificare la festa e dalla tipologia si capisce subito il tono e lo spessore della sagra. Fortunatamente non è difficile coglierne subito le sfumature essendo alquanto manicheo l’approccio degli organizzatori. Ci pregiamo di dar alcune dritte per meglio interpretare il quanto e, di conservare, regolarsi e operare scelte oculate. Se si ha il sentore che sia raffazzonato e lasciato là (se – ad esempio – non è scritto in grassetto nel manifesto o è riportato in corpo 6 in un 70×100) probabile che la manifestazione punti tanto molto sulle cibarie o il liscio. Se l’evento dura l’intera manifestazione, o c’ha uno strascico in ogni dì di essa, facile che si mangi da culo e le band sian composte da sordomuti. Non mancano le bizzarrie, quindi: ci son feste che si sovrappongono esattamente a tornei di calcio ma gli par bello conservare la parvenza della sagretta contradaiola, ad esempio, o che si definiscono “settember fest” e finisco il 25 di agosto, mentre si mangiano le ossa del maiale in ottobre!
Se vi piace la buona cucina veneta e far quattro giravolte di liscio, dunque, visitate con tranquillità questa zona, non ne rimarrete delusi e potrete scegliere tra una schiera nutrita di proposte. Per completezza dell’informazione occorre sottolineare che manca “La sagra della passera” e la “Festa della patata”. Speriamo che qualcuno provveda in futuro.
Topics: Un tempo era tutta campagna | 6 Comments »
June 17th, 2007 at 11:16 pm
Evidentemente non conosci il paese di Rotzo famoso per la sua produzione di patate con la relativa sagra
June 18th, 2007 at 8:40 am
@Urfido: evidentemente. Ero più votato ad un’analisi locale.
June 18th, 2007 at 2:38 pm
La sagra della patata la si faceva a Mestre in questo weekend, ma lassù han detto che no.
June 18th, 2007 at 6:41 pm
laflauta: no, dico, per il blog raduno veneto bannerino e tutta la mercanzia.
sulla imperdibile sagra della patata, silenzio. le pare giusto?
June 18th, 2007 at 8:18 pm
Queste cose le sai
e sai dove comincia
la grazia, il tedio o morte
del vivere in provincia,
perchè siam tutti uguali
June 19th, 2007 at 9:44 am
caporale, intendevo il jammin festival di sto per di … ehm.
che li c’era trippa per gatti (trentini e vicentini) a iosa.