Generazione spot
By matteo | February 1, 2008
Molti di quelli che son nati prima dell’era della TV commerciale c’han un rapporto brutto con la pubblicità, in particolare con quella televisiva. Sembrano secoli fa le battaglie che facevano certi registi per impedire che i loro film venissero interrotti dagli spot. Mi fa irritare un pochetto e preoccupare di più il rapporto che c’hanno i miei figli con gli spot: per loro non sono un’interruzione dello spettacolo ma un altro tipo di spettacolo. Imparano subito tutte le musichette, i motti, gli atti, li usano normalmente come gergo e non vogliono mettersi il pigiama – approfittando di quella che noi genitori consideriamo “pausa”- durante il nostro telefilm preferito della serata (in questo periodo Roswell su MTV). E si consideri che guardano solo la TV alla sera dalle 19.40 (i Simpson) alle 21.00. “Che tempo che fa” nel week-end. Eppure sono estremamente attratti dagli spot, hanno una loro classifica, sono per loro – a tutti gli effetti – uno spettacolo.
A cosa porterà tutto ciò non ci è dato di saperlo.
Topics: TV e spettacolo | 13 Comments »
Sogno geek
By matteo | January 28, 2008
Quasi dalla prima volta che ho visto un PC (sarà stato il 1980 e rotti) ho sempre pensato che il mio oggetto ideale dovesse essere: massimamente portatile, multimediale (con la possibilità di fruire di video e musica in maniera soddisfacente), con la tastiera (quindi che vi si potesse digitare sopra con facilità, niente riconoscimento improbabile della scrittura), con un display adeguato e il tutto il più economico possibile. Lunga è stata la via, molti gli oggetti posseduti (e poi ceduti), dal futuristico Apple Newton (il miglior riconoscimento di scrittura mai provato), a diversi pc portatili, da PDA puri e semplici (Palm e Windows Mobile) a smartphone di diversi generi. I portati sono potenti, facili per la scrittura e la multimedialità ma grandi, pesanti e costosi; i PDA e affini sono molto portatili ma difettano in praticità di imputazione dati, hanno display piccoli e sono abbastanza costosi. Ci sarebbero i tablet pc ma non mi convincono per le dimensioni o i cosiddetti UMPC come l’Asus R2E o il Samsung Q1, che costano tutti sui 1.000 euro.
L’hanno scorso un’idea nuova, grazie all’Asus e, dai primi di gennaio, è arrivata anche qua: l’eeepc. Pesa meno di un chilo, è grande come un’agenda tradizionale, ha una tastiera piacevolissima, connettività wi-fi, USB e lettore MMS-SD, il display è un nitido 7 pollici. C’ha un linux personalizzato già tutto configurato (Divx e musica vanno alla grande, per dire) in un’interfaccia gradevole e giocolosa, software per la produttività d’ufficio e utilities varie, qualche giochetto: tutto quanto uno desideri in un oggetto da portarsi dietro ovunque. Il tutto vien via per 299 euro ovvero metà di qualsiasi portatile appena decente e almeno 100 euro meno di un qualsiasi smartphone. Un amico mi ha e si è chiesto perché non l’abbia inventato l’Apple, un oggettino del genere: probabilmente perché se lo avesse fatto avrebbe avuto il case in allumio-marziano-antigravitazionale, sarebbe costato 2.000 euro e sarebbe diventato subito un oggetto di culto (e Sofri ne avrebbe scritto ogni giorno sul blog per un anno).
Dopo solo due giorni di utilizzo non posso stilare un profilo assoluto, non penso sia un oggetto perfetto, però mi ci sono già molto affezionato. Non dico che ho smesso di cercare ma il desiderio per un po’ è acquietato.
Link tecnici: eeepc.it – eeeuser
Recensioni serie: punto informatico – Giovy.
Topics: E' la tecnologia, baby | 7 Comments »
Liquidamente rappresentati
By matteo | January 26, 2008
1. Autoproduzioni
Cetto La Qualunque, al sabato sera, dell’avversario politico dice “non ti sputo perché ti profumo”: ieri sera si sono sputati addosso tra coinquilini di partito, ovvero come la realtà supera sempre – e di molto – la fantasia e la parodia (la questione del pelo era già stata abbondantemente surclassata dal simpatico esponente dell’UDC qualche mese fa). Il gesto, va ricordato, è l’apoteosi della corsa apertasi con il grido – novello Tarzan – “Pezzo di merda”.
2. Bollicine
Cade Prodi e si brinda in aula, col povero Marini che ricorda di non essere all’osteria. Per fare i senatori ci vuole una certa età anagrafica, mica sbarbatelli che si carburano prima di andare in discoteca, quindi si presume un certo gusto nella scelta della bevanda, una certa raffinatezza data l’ocasione. E’ bello pensare a questi amabili signori che discutono, prima di entrare nel palazzo: “Cosa dici, meglio un brut o un extra-dry?”.
3. Fuori dal vasetto
Mastella, fine letterato, declama Neruda. Bello. Solo che piscia abbondantemente fuori dal vaso. E tutti i boccaloni (solo su Repubblica di ieri l’ho visto citato almeno 8 volte) giù a bersela a produrre abbondanti seghe sottogamba. Sempre di liquidi si tratta, il tema è rispettato.
A parte le iperboli e i giochetti tristi: ma ri rendono conto, ‘sti signori qua, quanto grotteschi sono e quanto ci offendono come elettori e cittadini? Spero di no ma temo di sì.
Topics: Marketing | 1 Comment »