L’impero dell’automobile
By matteo | September 30, 2007
Questo post si doveva chiamare “L’automobil-centrismo” ma poteva essere frainteso, quindi. Oggidì, se si vuole essere un pochetto sinceri, c’è un predominio grande ed invasivo dell’oggetto automobile, in quanto tale. Se tutto ciò ti pare OK prendi e te ne vai a leggere qualcos’altro, altrimenti continui (è per facilitare la lettura, eh, mica per scortesia). Da un’iniziale esigenza-sogno di mobilità universale (la taglio grossa, lo so) l’auto è diventata l’appendice-essenza di molti umani. Si nasce in auto o è il mezzo che ti porta alla sala parto, vi si vive diverse ore-giorni-anni dentro usandola come transito (quando non si è proprio barboni che vi si campa dentro, ma è un altro discorso e tange una minoranza esigua assai), vi si muore, spesso anche di fatto (vedasi incidenti e correlazione con le cause di morte) ed è l’ultimo mezzo verso la dimora cimiteriale. Di quanti altri oggetti si può dire altrettanto?
Senza scadere nel moralismo del costume, un accennetto alla straordinaria maleducazione che sgorga da molti una volta sedutisi davanti ad un volante (spesso persone amabili nel resto del tempo) va fatto.
Il fenomeno che più mi impressiona è lo sfasamento dei pesi e delle misure che l’auto porta al vivere comune: è IL fattore primario di misura e valutazione (vedasi parcheggi, marciapiedi, strisce pedonali, indebitamenti, sfregi e rigature, danni ed assicurazioni, truffe e furti…).
La goccia che fa traboccare il vaso è l’automobilista che ti dice: “Non capisco perché i ciclisti non vadano tutti sulle ciclabili: rompono tanto i coglioni per averle e poi corrono sulle nostre strade”.
Adesso, per casa, approfondite di più il tema, fateci qualche seminario o cosocamp e pensate cosa sarebbe la vita oggidì senza automobili (e tram, furgoni, camion, apecar…): se vi piglia l’angoscia e correte ad accarezzare la vostra macchinetta forse c’ho preso, un pochetto.
Bon.
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Un pochetto di paura e vai
By matteo | September 22, 2007
Il prestigioso blog che state seguendo è lieto di annunciare che è appena passato dalla versione 2.0.5 di WordPress alla 2.2.3 senza danno alcuno. Dato che è divertentino giocherellare con i templates, adessso, e con i relativi widgets, si annuncia pure che la grafica sarà alquanto ballerina e variabile per un bel tot.
Non sapendo come fare, mi pregio di chiedere anche, ai cuori buoni che vorrano perdere due secondi:
– qual’è la formula magica per insolare in una pagina i link e l’archivo senza dover fare una paginetta (nel senso di file esterno al template) apposta come nella versione sino ad ora?
– come si fa e dove si mettono i codici di shinystat e via discorrendo senza doverli inserire in ogni template? Se si può, eh.
Grazie a tutti.
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Punta e clicca, punta e clicca, punta e… (ad libitum)
By matteo | September 22, 2007
“Essere in internet”, si diceva una volta. Qua nel nordest si è giunti pure noi a capire che occorre essere in internet, a qualunque costo ed in qualunque modo. In quest’anno di lavoro nel settore grafico tipografico m’è capitato di vederne di belle, soprattutto da parte di chi internet l’ha sentito dal figlio e lo vuole in e per l’aziendina, poi di fatto lo millanta. Allora si mette nella carta intestata una mail che manco è attivata (tutti gli esempi, qua di seguito, son frutto della curiosità del qui presente bastardo che va a controllare in internet), nell’opuscolo (copiato interamente – in quanto a testo – da un sito generalista del settore) il sito di un analogo servizio, ma di Roma. Negli bigliettini da visita oltre a titoli accademici inventati, anche domini inventati di sana pianta, aggiungendo semplicemente un .it al nome dell’aziendina (www.nic.it non ti perdona, si sa), siti in construzione da almeno un anno ma sbandierati come fonte di straordinarie informazioni e via di questo passo. Certo non la norma, certo non un osservatorio con i crismi della statistica, però fa riflettere su quanto la rete sia diventata un fattore integrato nel lavoro quotidiano di quasi tutti ma ancora – probabilmente – molto poco e molto male conosciuto da tanti. Allora si millanta o si mente, come quell’impiegato della fabbrichetta alla quale ho inviato il link per scaricare un file di grosse dimensioni dal servizio gigasize.com da parte di un cliente di entrambi e, non riuscendo a capire come scaricare il file (il servizio chiede di inserire un codice di sicurezza di 3 lettere – visualizzato accanto al box di immissione – per accedere al download, che viene poi ritardato di qualche secondo per far leggere una pubblicità) a detto che “il file non si apriva”. Poi il cliente comune ci ha spiegato l’arcano. Tra l’altro gigasize è un ottimo test per valutare quanto sia svegli uno: sino ad oggi siamo a 2 su 18 che ci sono riusciti senza chiamarci per farsi spiegare come fare.
Internet? C’è l’abbiamo in azienda, lo usiamo sempre: punta e clicca, punta e clicca, punta e clicca…
Topics: E' la tecnologia, baby | Comments Off on Punta e clicca, punta e clicca, punta e… (ad libitum)