Sempre più facile
By matteo | March 30, 2006
Ciao, sono il faccione ricciolone della pubblicità della Fanta. Quello più piccolo che parla, per capirsi. Tanti mi chiedono cos’è bamboocha. E’ semplice: è una puttanatona! E’ il tentativo di un produttore di bibite di creare un tormentone con un nome quasi divertente e qualche trovatina spiritosa. Il bello è che la campagna è ha livello mondiale, mica cazzi, così trovare un nome che andasse bene per tutti, credetemi, è stato un casino. So che forse un po’ di pelo avrebbe avuto più successo, ma si pensò che i paesi arabi non avrebbero gradito. Poi non si sapeva come avrebbe suonato “fica” in tutto il mondo. Certo, si poteva trovare qualcosa di veramente fesso, come quello di tricche-ballacche, ma al giorno d’oggi e una gara senza sosta: uno più fesso di te lo trovi ad ogni piè sospinto e sei fottutto, te e la tua campagna. Così si è scelto di buttar là un pizzico di esotico, una rojata di nome, qualche macchietta e mischiare bene il tutto. Facile vero? Infatti: bamboocha è l’easy di un tempo, ma meno snob e più arancione.
Ovviamente c’è anche il sitone di riferimento (il test se sei bamboocha è un capolavoro, fatelo fessi!), e ci vuole poco a trovarlo. Foza, vivi bamboocha anche tu!
Nota. Questo post è stata trattato con Orangoo spell check, quindi se qualcosa non vi pare giusto è perché è così volutamente, non è un errore. Anzi: siete probabilmente voi ad essere sbagliati, sciocchini.
Topics: TV e spettacolo | 3 Comments »
7 anni precisi
By matteo | March 27, 2006
E’ particolare (d’acchito veniva “buffo” ma è prematuro) concludere la propria opera presso un’azienda e accorgersi che sono passati 7 anni esatti. L’assunzione partì proprio il 1 aprile 1999 e l’ultimo giorno di lavoro sarà il 31 marzo prossimo venturo. Se qualcuno ci capisce con i numeri qua si accettano volentieri interpretazioni.
Topics: Si potrebbe dire outing | 20 Comments »
Sul tamarrismo
By matteo | March 27, 2006
In un’epoca di grandi e massicci sdoganamenti c’è chi riesce e rendere accettabile e sdoganare il tamarrismo più eclatante nella maniera più eclatante: con una gara. Ci viene in aiuto il professor Cristian Momo Spoiler, dell’università di Mirafiori che, nel suo recente saggio “Come buttare nel cesso un pacco di euro in customizzazioni” (spesso le personalizzazioni costano come o più della vetturetta dove son piantate), ci ricorda che “ogni tamarrata è bella per il patatone suo”.
Perciò se sino a qualche tempo fa, quando vedevi passare il coso con lo spoiler, le lucine davanti e lo stereo che ti pettina ti veniva da ridere e pensavi: “Cielo, che tamarro!”, oggi ci sono le garone serie a chi ce l’ha più grosso (lo stereo). E non è il solito torneo tipo al rutto più lungo o più forte o più armonioso, bevendo birra, ridendo e, per l’appunto, ruttando. No, altroché. Gare proprio serie, gare gareggianti e gareggiate insomma, con tanto di iscrizioni, giudici e badabìn e badabàn di rito. Così arrivano le flotte di tum-tum-tum che ti scostano l’intonaco della casa e le personalizzazioni più improbabili, si mettono in fila, aprono le portiere, attaccano la batteria di supporto (perché se funzionasse, a motore spento, con la sola batteria della macchina in 30 secondi è bella che spirata) e via a pinciar su il volume”.
“Papà: perché conciano così le macchine, questi signori?” ti domanda l’animella candida che ti tiene la mano. Bravi: perché? Per i coraggiosi, oltre i dagherrotipi qui riportati e cliccabili per l’ingrandimento v’è anche un bel sito di riferimento (adesivato a caratteri cubitali sul cristallo di diverse vetturette, eh).
Topics: Un tempo era tutta campagna | 4 Comments »